        Nove volte super! Questo viene da dire pensando alla trentaduenne inglese Emma Bristow, che si &egrave; aggiudicata il Mondiale femminile di Trial per la nona volta ottenendo un totale di 192 punti, riuscendo cos&igrave; a battere la sua rivale pi&ugrave; agguerrita, la spagnola Berta Abellan (176 punti), e anche la nostra Andrea Sofia Rabino, arrivata sul terzo gradino del podio a 53 lunghezze. Un risultato notevole per la piemontese, considerando anche la sua giovanissima et&agrave; (17 anni). Le donne e una domanda da evitare | Io Guido da Sola Nove volte Emma Bristow  Nove titoli mondiali, come Valentino Rossi nel Motomondiale e come Tony Cairoli nel Motocross. Nove, un numero che pochi piloti hanno raggiunto nella loro carriera. Perch&eacute; nove anni sul tetto del Mondo &egrave; sinonimo di almeno nove lunghi anni di allenamenti intensi &ndash; per tacere della lunga preparazione in giovent&ugrave; per arrivare a lottare nel Mondiale &ndash; una vita dedicata interamente al Trial (in questo caso) con rinunce, ma soprattutto con tanta forza di volont&agrave; per superare momenti negativi, infortuni, e tutto ci&ograve; che lo sport in generale comporta. &ldquo;S&igrave;!&rdquo; ha esultato Emma sui social postando le foto dei festeggiamenti, mentre fa svolazzare un enorme palloncino con il numero 9. &ldquo;Devo dire grazie a tutti coloro che mi hanno aiutato e supportato. Grazie al mio team per la fantastica moto che mi ha fornito e grazie a tutti i meccanici che lavorano cos&igrave; intensamente per far s&igrave; che tutto vada bene&rdquo;. La vittoria del titolo della britannica, che ha gareggiato per il Team Sherco Racing Factory, &egrave; arrivata nell&rsquo;ultimo round che si &egrave; svolto in Francia, a Vertolaye. Dove era arrivata alla vigilia con soltanto dieci punti di vantaggio, un margine che non garantiva un finale tranquillo a Emma, e nulla era scontato perch&eacute; la rivale spagnola Abellan la incalzava in classifica. Grande trionfo, ma scarso risalto  L&rsquo;iberica non ha mai fatto sconti, seppure le sia mancato in alcune occasioni lo spunto per vincere. Quello spunto che, invece, la Bristow ha avuto, aggiudicandosi le ultime otto gare stagionali e portando a casa un risultato che la spedisce di diritto nella Leggenda di questa disciplina insieme a Laia Sainz, a quota tredici Mondiali vinti: la spagnola forse &egrave; inarrivabile, ma a questo punto chi se la sente di azzardare un pronostico contrario alla Bristow? Cara Emma, nonostante il tuo impegno e i tuoi tanti sacrifici, al pari dei tuoi colleghi maschi, questo nono titolo non ha avuto lo stesso risalto del nono di Valentino Rossi, simbolo di Leggenda. Ma poco importa, per noi sei Leggenda anche tu! La MotoGP vista dalle donne | Io Guido da Sola       

La britannica &egrave; nella Leggenda grazie al nono titolo mondiale nel Trial

Emma Bristow, come Rossi e Cairoli | Cose di Case

        Dalla lontana Australia arriva una notizia al femminile davvero entusiasmante. Tara Morrison ha fatto la storia diventando la prima donna in assoluto a vincere una gara dell&rsquo;ASBK, nella classe Supersport 300. Emblematica la foto sul podio che ha fatto il giro del Mondo arrivando fino a noi: Tara &egrave; sul gradino pi&ugrave; alto, felicissima per il risultato appena ottenuto, con il dito indice puntato verso l&rsquo;alto a simboleggiare il numero 1. &ldquo;Sono riuscita a vincere!&rdquo; le si legge in faccia. Accanto a lei, Jordy Simpson, secondo, e Scott Nicholson, terzo. Entrambi con un&rsquo;espressione meno felice.  Continua nella prossima pagina Karol Bezie, tra Messico e nuvole | Io Guido da Sola &nbsp; L'impresa di Tara Morrison  Sorridono ma soltanto per circostanza: dai loro volti emerge in modo chiaro come quella sconfitta non sia facile da digerire. Per carit&agrave;, poteva essere lo stesso qualora al posto di Tara ci fosse stato un uomo. La ragazza del Fearless Motorcycles Team, che corre in sella a una Kawasaki, &egrave; andata al comando del campionato australiano, dato che la tappa di Phillip Island (con ben 41 partecipanti) era l&rsquo;apertura. Nata a Somerton Park nel 2003, Morrison punta a partecipare al campionato del Mondo femminile e questo exploit potrebbe veramente lanciarla verso nuovi orizzonti. In gara &egrave; partita dalla seconda posizione in griglia per poi disputare una corsa dal ritmo serrato con i primi dieci piloti che hanno tagliato il traguardo racchiusi in meno di un secondo. Per lei, l&rsquo;occasione giusta &egrave; arrivata a tre giri dalla fine, quando &egrave; riuscita a superare Simpson e Nicholson e a portarsi in vetta, per poi tagliare per prima il traguardo: &ldquo;&Egrave; il mio primo podio assoluto in un round ASBK e, meglio ancora, si &egrave; verificato sul bellissimo circuito di Phillip Island. Dal profondo del mio cuore, vorrei ringraziare ogni persona che mi ha sostenuto in qualsiasi forma e modo. &Egrave; anche grazie a voi se sono riuscita ad arrivare qui&rdquo;. Tara, cresciuta avendo come idoli Valentino Rossi, Anthony Gobert e Jenny Tinmouth (pilota britannica, detentrice del record mondiale femminile al Tourist Trophy), si definisce una ragazza tenace, lavoratrice e leale, studia economia e ama interessarsi dell&rsquo;aspetto meccanico del mezzo che guida. E proprio questa sua voglia di scoprire e imparare la rende scrupolosa nel box, quando deve preparare la moto in vista della gara. E se questo &egrave; stato il suo esordio nella stagione 2025, ci auguriamo che sia soltanto l&rsquo;inizio di un percorso fatto di vittorie, ma soprattutto ci auguriamo di vedere presto Tara in un campionato mondiale. La pace dei sensi di Ane Dautheville | Io Guido da Sola       

L&rsquo;australiana ha fatto meglio di 40 uomini

Tara Morrison, la prima donna a svettare nell’ASBK | Io Guido da Sola

Il nove volte campione del mondo ha girato con il pilotino Mercedes nella Pista Go Kart Migliaro

Valentino Rossi e Kimi Antonelli, allenamento sui kart: chi insegna a chi?

        Thomas Oldrati, Andrea Verona, Matteo Cavallo, Samuele Bernardini, Morgan Lesiardo, Manolo Morettini. Sono soltanto alcuni nomi di Enduristi che meriterebbero di essere studiati nei centri specializzati di preparazione allo sport, per capire l&rsquo;eccellenza del loro corpo e della mente, con il mix tra lucidit&agrave; sotto sforzo e reattivit&agrave;, e la capacit&agrave; di recupero dopo una prova speciale seguita subito da un&rsquo;altra. Fenomeni del genere li pu&ograve; spiegare Andrea Balboni, trentaquattrenne tecnico FMI dell&rsquo;Enduro che dopo essere stato pilota del Team Italia, da anni segue i giovani nel Mondiale con il Progetto Pata Talenti Azzurri. Laureato in scienze motorie e dello sport alla Cattolica di Milano, si &egrave; perfezionato con la specializzazione in fisioterapia alla SUPSI di Lugano fondando nel 2018 Sports Rehab per poi dare vita nel 2021 a una seconda struttura a Bellinzona con due centri riabilitativi che&nbsp;garantiscono servizi agli sportivi &ndash;&nbsp;amatoriali, come professionisti &ndash; fino ad avviare Lugano Health Park, fitness club e palestra con cui collaborano ortopedici, nutrizionisti, podologi, biomeccanici, psicologi dello sport e uno staff di fisioterapisti per ottimizzare le prestazioni degli atleti.&nbsp;  Continua nella prossima pagina MXGP: il ritorno di Herlings &nbsp; Andrea Balboni: l'intervista  Perch&eacute; la preparazione invernale &egrave; importante?  &ldquo;&Egrave; fondamentale perch&eacute; si pu&ograve; svolgere soltanto in quel periodo senza gare, per non essere negativa sulle prestazioni quando si dovr&agrave; salire in moto. L&rsquo;aspetto pi&ugrave; importante &egrave; lavorare sulla prevenzione, cio&egrave; recuperare tutti i deficit e gli squilibri muscolari, riducendo il rischio infortuni. L&rsquo;inverno &egrave; il periodo migliore per concentrarsi sul lavoro in palestra con carichi pi&ugrave; importanti&rdquo;.  Quali tecnologie applichi per la preparazione e a cosa sono finalizzate?  &ldquo;Ci avvaliamo di strumentazioni e macchinari di ultimissima generazione. La stimolazione elettrica neuromuscolare&nbsp;per massimizzare lo sviluppo della massa nelle fasi di carico ipertrofico. Il Blood Flow Restriction Training minimizza l&rsquo;atrofia muscolare ottimizzando lo sviluppo muscolare durante i lavori cardioaerobici per lo sviluppo della massa in determinati cicli d&rsquo;allenamento. Le pedane di forza&nbsp;migliorano la performance esplosiva e la capacit&agrave; di produrre picchi di forza in meno tempo. L&rsquo;AlterG Anti Gravity Treadmill &egrave; il camminatore integrato in un sistema di allevio di carico a tecnologia pneumatica sviluppata dalla NASA: permette di mantenere lo stato di cardio-fitness in atleti con infortuni che necessitano di riduzioni temporanee di carico garantendo la possibilit&agrave; di correre in parziale scarico gravitazionale. Il sistema di Isocinetica accelera l&rsquo;allenamento della forza e mostra i risultati del lavoro informando il preparatore su come strutturare il successivo programma di allenamento della forza. Utilizziamo l&rsquo;N3 NiuRion: offre in tempo reale i risultati dell&rsquo;allenamento effettuato con i nordichamstring. Il sistema ISO inerziale &egrave; specifico per la fase eccentrica dell&rsquo;allenamento in una moltitudine di esercizi adatti alle necessit&agrave; specifiche del singolo atleta. La dinamometria testa i risultati dell&rsquo;allenamento della forza. L&rsquo;elettrometria oggettiva monitora l&rsquo;attivazione dei singoli gruppi muscolari ed eventuali deficit per pianificare di conseguenza percorsi fisioterapici o di allenamento per recuperare i compensi&rdquo;. Dove emerge l&rsquo;aspetto emotivo accanto ai piloti?  &ldquo;Il mio essere stato pilota mi aiuta a creare un legame particolare con loro, perch&eacute; capisco sempre quello che stanno provando. La parte emotiva e psicologica ha un peso sempre pi&ugrave; importante anche nell&rsquo;Enduro. Con alcuni piloti si stila un programma specifico con psicologi dello sport o mental coach. Un pilota pu&ograve; essere fisicamente al 101% e avere la moto pi&ugrave; competitiva, ma se non &egrave; altrettanto pronto a livello mentale, i risultati difficilmente arriveranno&rdquo;.&nbsp;  Hai seguito piloti del calibro di Oldrati, Verona, Morettini, Bernardini, Facchetti e Claudio Spanu.  &ldquo;Dal 2016, come tecnico sportivo FMI, e dal 2017 seguendo i giovani del Progetto Pata Talenti Azzurri, ho vissuto questa grande esperienza. Penso per esempio a Verona: a soltanto 18 anni mostrava gi&agrave; la mentalit&agrave; del campione e la voglia di arrivare. Anno dopo anno abbiamo cercato, assieme a Cristian Rossi e Alex Zanni, di alzare sempre di pi&ugrave; l&rsquo;asticella, con Verona e con tutti i ragazzi del progetto&rdquo;.  Come sono state le esperienze alle varie edizioni della Sei Giorni?  &ldquo;La Sei Giorni &egrave; una gara unica e l&rsquo;atmosfera che si respira in Maglia Azzurra &egrave; speciale. &Egrave; l&rsquo;unico momento dell&rsquo;anno in cui si sta per 14 giorni e per 24 ore tutti insieme, piloti e tecnici. Se il gruppo &egrave; compatto, si creano delle sinergie perch&eacute; il risultato dipende da tutti i componenti della squadra. Gli ultimi anni sono stati particolarmente emozionanti con le vittorie del 2021 e 2022&rdquo;.  Come riescono i piloti di Enduro ad avere una straordinaria lucidit&agrave; in gara, controllando nelle speciali i punti in cui recuperare secondi, ma anche dove sono i loro avversari pi&ugrave; pericolosi?  &ldquo;L&rsquo;Enduro &egrave; uno sport complesso, non basta essere veloci in moto ma bisogna concentrarsi su molte variabili. La settimana pre-gara, quando si vanno a visionare le prove speciali, incide parecchio. I migliori piloti sanno immaginare come&nbsp;potrebbe modificarsi il tracciato e guardano gi&agrave; traiettorie alternative che potrebbero essere percorse. Le speciali sono sempre pi&ugrave; lunghe, tecniche, veloci, quindi occorre essere sempre lucidi e concentrati al 110%&rdquo;.  Quali risorse servono per poter emergere nell&rsquo;Enduro di oggi?  &ldquo;Un&rsquo;ottima condizione cardiorespiratoria, gambe e schiena forti per poter guidare al meglio, ottime capacit&agrave; coordinative e di equilibrio nelle situazioni pi&ugrave; tecniche, e la capacit&agrave; di farsi trovare pronti a ogni condizione meteorologica. Oggi abbiamo tecnologie e programmi per cui si possono ottenere gli stessi risultati riducendo al minimo carichi e stress muscolari, riducendo le energie in favore della qualit&agrave;&rdquo;.       

Da pilota di Enduro a tecnico FMI con particolare attenzione all&rsquo;aspetto psicologico: "Il campione deve avere tenuta sica e preparazione mentale"

Andrea Balboni, The Mentalist | Storie Italiane

        Il pilota che conta di maggior numero di successi di tutti i tempi (107) si &egrave; ripreso dopo l&rsquo;intervento al ginocchio destro eseguito a ottobre del 2024 ed &egrave; risalito in moto tre settimane fa, facendo manche di allenamento e mettendo a punto la sua moto in configurazione 2025.&nbsp;  Herlings sul podio di Lommel, successo in carriera @L.Resta 5 Mondiali e 15 stagioni, Herlings rientra a Riola Il trentenne cinque volte Campione del Mondo ha saltato i Gran Premi in Argentina, Spagna e Francia e rientrer&agrave; per iniziare la sua quindicesima stagione nel mondiale, l'ottavo nella classe regina. Con lui il team KTM factory austriaco torna ad una formazione a due piloti, nell&rsquo;attesa di recuperare Marc-Antoine Rossi, fuori dopo l&rsquo;intervento alla spalla di poche settimane fa. Herlings si schierer&agrave; per la prima volta in gara accanto all&rsquo;altro pilota KTM ufficiale della MXGP, Lucas Coenen, per disputare la gara di Riola, dove in passato ha ottenuto due vittorie e un podio nelle ultime quattro stagioni.       

Dopo aver saltato i primi tre Gran Premi della stagione, Herlings ritorna alle corse e sar&agrave; in pista per l&rsquo;MXGP di Sardegna che si terr&agrave; sulla pista di Riola questo fine settimana

MXGP: il ritorno di Herlings

        Sono sette i portacolori italiani quest'anno nella classe cadetta, tra nomi gi&agrave; conosciuti come Dennis Foggia e Riccardo Rossi, ad altri pi&ugrave; recenti e nuovi, come Luca Lunetta e Guido Pini. Matteo Bertelle a livello di esperienza &egrave; a met&agrave; tra questi due gruppi. Il pilota di Monselice &egrave; al suo quarto anno di Mondiale, ha quindi gi&agrave; maturato una buona esperienza e questo &egrave; l&rsquo;anno in cui sta mettendo tutto iniseme. Due pole position, ieri &egrave; arrivato il suo primo podio iridato. Un primo risultato che nase da lontano  &ldquo;Un podio che dedico alle persone che hanno creduto in me&rdquo; ha spiegato il 21enne. &ldquo;Principalmente a mio nonno, che lavorava mentre mio pap&agrave; andava a cercare gli sponsor per farmi correre, e ai miei genitori. La passione per le moto me l&rsquo;ha trasmessa pap&agrave;, quando avevo 4 anni a Natale mi ha regalato la minimoto. Avevamo un supermercato e giravo nel parcheggio di casa&rdquo;. Parole di riconoscenza che ha espresso con il suo primo trofeo iridato in mano, quello del terzo posto firmato ad Austin con una prestazione solida e concreta, in cui ha mostrato competitivit&agrave; e intelligenza. &nbsp;  Un inizio di stagione in crescendo per Bertelle  Il matrimonio con MTA era gi&agrave; cominciato sotto buoni auspici dalla Thailandia, con la pole position conquistata, ma qualche errore di troppo poi in gara. &Egrave; continuato in maniera positiva in Argentina, dove a Termas de Rio Hondo ha firmato un&rsquo;altra pole position, salvo poi non raccogliere in gara. In Texas la qualifica &egrave; stata in salita, con due cadute, ma dalla decima casella in griglia ha saputo fare la differenza: &ldquo;Ho provato a stare calmo, fare una buona partenza e a stare nel gruppo. Gli ultimi due giri sono stati veramente difficili, ero molto in crisi con il posteriore. Ho sbagliato molte curve alla fine perch&eacute; ero un po&rsquo; agitato&rdquo;. L'emozione stava per prendere il sopravvento. Sapeva che da l&igrave; a poco avrebbe coronato uno dei suoi sogni da bambino. Il primo, di molti. Moto3 gara GP Austin: secondo successo per Rueda, primo podio per Bertelle       

&Egrave; del veneto il primo risultato degno di nota, lui che aveva gi&agrave; mostrato la sua competitivit&agrave; il sabato e che &egrave; stato concreto anche nel GP

Moto3: Bertelle, il primo italiano a podio nel 2025

        Primo, clamoroso, zero del 2025 per Marc Marquez in una situazione che ricorda quella del 2019 anche se con condizioni della pista decisamente diverse. Con questo errore consegna la leadership del mondiale al fratello Alex e consente a Bagnaia di avvicinarsi.&nbsp; &ldquo;Avevo le idee chiare &ndash; commenta Marquez a Sky sulla strategia in griglia pre gara &ndash; so come si deve fare e so quali sono le opzioni, sono molto chiaro in quell&rsquo;aspetto. Ho chiesto a Rigamonti quando mancavano 7&rsquo; alla partenza se la moto da asciutto fosse pronta e lui mi ha risposto di s&igrave; e dopo gli ho detto che sarei partito quando mancavano 2&rsquo; perch&eacute; cos&igrave; abbiamo sbagliato con le rain. C&rsquo;erano alcuni piloti con le gomme da asciutto, cos&igrave; sono partito e mi hanno seguito pi&ugrave; di 10 piloti ed &egrave; stato cos&igrave;.&rdquo;&nbsp; Nel suo media debrief aggiunge: &ldquo;Abbiamo fatto tutto alla perfezione oggi, specialmente la strategia di lasciare la griglia. Quando mancavano 15&rsquo; alla partenza pioveva tanto e il rettilineo dietro era completamente bagnato. Quando mancavano 7-8 minuti ho realizzato che avevamo fatto un errore mettendo le rain ma ho visto che la maggior parte dei piloti le aveva. Sapevo che se pi&ugrave; di 10 piloti mi avrebbero seguito, la partenza sarebbe stata ritardata. Ho forzato affinch&egrave; mi seguissero nel montare le slick e cos&igrave; &egrave; stato. E&rsquo; stata una decisione difficile, ma ero intelligente e tranquillo, stare tranquilli &egrave; importante per prendere le migliori decisioni.&rdquo;&nbsp;  Marc Marquez tra l&rsquo;errore alla curva 4 e i danni riportati alla moto  Lo zero rimediato nella gara lunga odierna &egrave; peraltro simile, anche se in due punti diversi del tracciato, a quello del 2019 che ha comportato poi la vittoria di Rins su Rossi, mentre oggi quella di Bagnaia su Alex Marquez. &ldquo;Ho fatto la cosa pi&ugrave; difficile ma la vita &egrave; cos&igrave;. Ieri non ero Super Marc e oggi &egrave; vero che ho fatto un disastro ma sono contento perch&eacute; comunque il livello era quello di ieri. Andavo forte, ho tagliato troppo il cordolo, so perch&eacute; sono caduto e questa &egrave; la cosa pi&ugrave; importante. La cosa positiva &egrave; che dopo questa caduta sono ad un solo punto dal leader, mio fratello Alex, e questo mi d&agrave; pi&ugrave; tranquillit&agrave;.&rdquo; Poi aggiunge: &ldquo;Nei primi 5 giri ho messo un gap di 2&rdquo;5 tra me e Bagnaia, poi ho cercato di controllare la gara. Ho forzato forse un pelino meno nel cambio 3-4 e alla 4 ero troppo sul cordolo e l&rsquo;ho persa veramente di colpo. Forse ho tagliato un po&rsquo; troppo, probabilmente il cordolo era ancora bagnato. Ho perso l&rsquo;anteriore e ho perso tanti punti ma le gare sono cos&igrave;. Il campionato pu&ograve; cambiare in un millisecondo.&rdquo;&nbsp; Sui danni riportati alla moto nella caduta spiega: &ldquo;Ho perso la pedana destra, &egrave; stato difficile continuare. Ho provato a farlo per tre giri ma quando ho visto che ero diciannovesimo ho pensato che 4-5 piloti non sarebbero caduti. Fossi stato quindicesimo o sedicesimo ci avrei provato a continuare, ma per quel motivo ho deciso di ritirarmi.&rdquo;&nbsp; La strategia prima della partenza secondo Marquez e Alex leader di classifica  Marc &egrave; stato bravo e fortunato che pi&ugrave; di 10 piloti lo avessero seguito, altrimenti sarebbe partito dal fondo dello schieramento per poi prodursi nella rimonta. &ldquo;Ero convinto della mia strategia di partire ultimo in griglia. Se altri piloti non mi avessero seguito sarei partito ultimo e provare a rimontare in gara perch&eacute; avevo il passo per farlo. Partendo ultimi si perde meno tempo che a fare il cambio moto.&rdquo;&nbsp; Sul fratello Alex leader di classifica dice: &ldquo;Sono felice per lui, &egrave; veramente costante e ora anche davanti in campionato. Sta guidando veramente bene e sar&agrave; uno dei contendenti al titolo.&rdquo;       

&ldquo;Ho perso la pedana destra, ho provato per 3-4 giri a continuare ma ero diciannovesimo e ho scelto di ritirarmi&rdquo; dice lo spagnolo dopo il primo zero in campionato

GP Americhe, Marc Marquez: “Ero convinto della mia strategia di partire ultimo in griglia”

        Il team Ducati VR46 continua a ben figurare in quest'inizio di stagione e, a dimostrarlo, ad Austin, sono stati i risultati di Franco Morbidelli, quarto, e soprattutto Fabio Di Giannantonio, terzo alle spalle di Alex Marquez e del vincitore Pecco Bagnaia. Protagonisti per tutto il week-end, le due punte d'attacco della squadra di Valentino Rossi stanno mantenendo un'andatura abbastanza simile, dettata da una costante competitivit&agrave; che lascia immaginare ad ambizioni ancora pi&ugrave; grandi soprattutto con il rientro delle gare in Europa. Menzione speciale ovviamente per Di Giannantonio, che torna sul podio dopo la vittoria del GP del Qatar 2023.  Fabio Di Giannantonio: "Ad undici giri dalla fine speravo che la corsa finisse!" Ancora un week-end positivo per Fabio Di Giannantonio, sempre pi&ugrave; certezza della compagine Ducati e di VR46, che sta trovando nel romano un punto fermo con il quale provare a lottare con costanza per le zone del podio. Al termine della gara texana, il pilota romano ha espresso tutta la sua soddisfazione per la stancante ma pi&ugrave; che positiva gara odierna: "Sono felicissimo ed anche un p&ograve; stanco, abbiamo fatto una super gara ma al settimo giro il braccio sinistro mi ha iniziato a mollare, e mancavano ancora undici tornate! Per guidare ho iniziato a compensare tanto con il resto del corpo e ad un certo punto stavo anche recuperando su Alex Marquez. Ad ogni modo &egrave; un risultato importante, soprattutto dopo un inverno difficile fatto di tanta fisioterapia". Franco Morbidelli: "L'airbag della tuta &egrave; esploso e mi ha rallentato" Ottima gara anche per Morbidelli, quarto e ancora una volta vicinissimo al podio: "Devo essere soddisfatto della gara di oggi, abbiamo fatto un notevole miglioramento rispetto a ieri, dove al contrario avevamo faticato troppo. Oggi nei primi giri sono rimasto un p&ograve; in battaglia ma poi sono migliorato, acquisendo sempre pi&ugrave; velocit&agrave;, avevo un buon passo ed infatti stavo risalendo verso Di Giannantonio. Ad un certo punto verso il settimo giro, mi &egrave; esploso l'airbag della tuta, e questo mi ha destabilizzato un p&ograve;, non &egrave; stato facile riprendere il ritmo giusto". Morbidelli ha sottolineato ed accertato il buon inizio di stagione: "Ad inizio gara con le gomme nuove vanno tutti forte, comprese le Yamaha, sono tutti campioni, perci&ograve; non &egrave; stato facile liberarsi di loro, sebbene io fossi pi&ugrave; veloce. Sono soddisfatto di quest'inizio di campionato, soprattutto nelle gare lunghe, abbiamo sempre fatto buoni piazzamenti, ovviamente per&ograve; ci sono ancora alcuni step da fare".  Moto3 Gara GP Austin: secondo successo per Rueda, primo podio per Bertelle       

Splendido podio per il pilota VR46, confermatosi ancora una volta tra i piloti pi&ugrave; veloci della top class; quarto un solido Franco Morbidelli

GP Austin, Di Giannantonio: "Risultato importante dopo un inverno difficile"

        La Moto3 ha aperto le danze della domenica di gare di Austin, mettendo in scena non la consueta canonica gara della piccola cilindrata, dal momento che ha avuto in sei protagonisti assoluti i piloti in grado di selezionare subito il "solito" gruppone. Una corsa dall'altissimo livello tecnico come dimostrato dal passo gara mantenuto (quasi sempre in linea) dai primi e dal nuovo record della pista a firma Matteo Bertelle, primo pilota della storia a girare sotto il 2 e 13 ad Austin. Alla fine, a tagliare per primo il traguardo &egrave; stato Jos&egrave; Antonio Rueda, impeccabile nella gestione della corsa e abile a prendere la fuga appena dopo la prima parte di gara.&nbsp;  Matteo Bertelle al primo podio di carriera Lo spagnolo conquista cos&igrave; il secondo successo stagionale, nonch&eacute; il terzo in carriera e consolida la leadership in classifica davanti a Piqueras. Podio completato dal team Level-Up MTA con Joel Kelso, secondo, e Matteo Bertelle, per lunghi tratti di corsa il pi&ugrave; veloce del gruppo di testa e protagonsita del suo primo podio di carriera; l'italiano si conferma il riferimento tra i piloti "azzurri" in Moto3, dopo le pole position realizzate in Thailandia e Argentina. Ai piedi del podio Angel Piqueras, abile ad avere la meglio su Maximo Quiles al termine di un intenso duello. Alvaro Carpe chiude in sesta casella alle spalle dei due connazionali e precede Dennis Foggia, settimo ma a 21 secondi di ritardo dal vincitore, a dimostrazione della grande differenza imposta in primis da Rueda. Ottava posizione finale per Adrian Cruces, davanti a Taiyo Furusato, Cormac Buchanan e Guido Pini, undicesimo ma protagonista di una buona gara. Pi&ugrave; indietro l'ultimo italiano a traguardo, ovvero Nicola Carraro, quindicesimo, mentre Luca Lunetta, Stefano Nepa e Riccardo Rossi sono costretti a tornare dal Texas con un "zero" in tabellino. Gara enetpulse src=https://widget.enetscores.com/FWA3A1059A0D027493/ev/4647335/limit/39/lng/it MotoGP Austin, Marc Marquez: "Quando l'ho persa, ho detto 'gas!'"       

Lo spagnolo impone un ritmo impressionante e consolida la leadership in classifica. Splendida prova per l'italiano, alle spalle di Kelso

Moto3 Gara GP Austin: secondo successo per Rueda, primo podio per Bertelle

        In MX1 duello tra il pilota del team JK, Isak Gifting (Yamaha) e la tabella rossa della classe regina, Jan Pancar (KTM); entrambi ottengono il miglior tempo del loro gruppo ma lo svedese fa segnare il tempo di 1.51&rdquo;386, risultando pi&ugrave; veloce del 1.52&rdquo;223 dello sloveno che precede Nicholas Lapucci (Kawasaki), Cedric Soubeyras (Kawasaki) e Morgan Lesiardo (Triumph) nel gruppo 2, mentre Ivo Monticelli (Kawasaki) ottiene il secondo miglior crono nel primo gruppo davanti a Giuseppe Tropepe (Honda) e Simone Croci (KTM).  Lapucci in azione con la Kawasaki @A.Rigon Pole consecutiva numero 8 per Lata In MX2 Valerio Lata (Honda), conquista l&rsquo;ottava pole position consecutiva, fermando il cronometro sul tempo di 1.53&rdquo;618, facendo un secondo meglio di Alessandro Lupino (Ducati) che a sua volta precede Simone Mancini (Fantic) e Alessandro Gaspari (Honda). Nel gruppo 2 Alessandro Mannucci (GASGAS), ottiene il miglior tempo ma in 1.57&rdquo;165 e si schierer&agrave; quindi dopo Lata al cancello delle manche della domenica. Julius Mikula (TM) ha ottenuto il secondo tempo davanti ad Andrea Rossi (Kawasaki) e a Mattia Nardo (GASGAS). Tra le ragazze che hanno gi&agrave; disputato gara 1, vittoria per Kiara Fontanesi (GASGAS) che precede al traguardo Danee Gelissen (Yamaha) e Giorgia Montini (Honda). Domenica diretta streaming su FX Action e Federmoto TV che inizier&agrave; con la seconda manche Femminile, a seguire le manche di MX1 e MX2.  Mikula secondo del suo gruppo con la TM @V.Ribet       

La seconda prova del Campionato italiano Prestige di Motocross si tiene questo fine settimana sulla pista di Mantova. Lata e Gifting per primi al cancello di partenza di MX2 e MX1

Motocross: Lata e Gifting in pole a Mantova

        Alle spalle dell&rsquo;imprendibile Marc Marquez brilla il giallo fluo VR46. Nelle Practice MotoGP ad Austin il team di Valentino Rossi si &egrave; preso seconda e terza posizione di giornata, per merito di Fabio Di Giannantonio e Franco Morbidelli. L&rsquo;italo-brasiliano &egrave; entrato in Top 10 proprio negli istanti finali della sessione, fermandosi a un decimo dal compagno di box ma soprattutto mostrandosi veloce sia sul bagnato che sull&rsquo;asciutto.  Continua nella prossima pagina Martin torna a correre in Qatar: "S&igrave;, ma prima non guider&ograve; nessuna moto" &nbsp; MotoGP Austin, venerd&igrave;: Morbidelli 3&deg;  Franco, sei stato velocissimo in ogni condizione. Possiamo dire che la tua giornata &egrave; stata positiva? &ldquo;S&igrave;, sicuramente, anche se &egrave; stata piena di avversit&agrave;. Ho iniziato al meglio, al momento &egrave; il mio miglior venerd&igrave; stagionale. Ho fatto diverse prove, cercando di portarmi avanti col programma di lavoro e sono contento per questo, dato che avremo poco tempo a disposizione per prepararci alla Sprint. Ho utilizzato la media all&rsquo;anteriore per accumulare informazioni supplementari, e per fortuna la scelta ha pagato&rdquo;. Data la superiorit&agrave; di Marc Marquez, il miglior piazzamento possibile sembra il secondo posto. &ldquo;Marc va veramente forte, il suo giro &egrave; stato impressionante date le condizioni climatiche. Dobbiamo lavorare per arrivare a lui. Lui entra a grande velocit&agrave; in curva, ha una grande confidenza in tutte le condizioni e su diversi tracciati. Quest&rsquo;anno abbiamo la stessa moto e vedo che riesce a essere aggressivo senza stressare troppo la Desmosedici&rdquo;. Ti sembra simile al Marquez del 2019? &ldquo;Beh, direi che ha iniziato la stagione con lo stesso ritmo di quell&rsquo;anno&rdquo;.        

Franco &egrave; 3&deg; nel turno di Practice: "Il mio miglior venerd&igrave; dell'anno. Il #93 va veramente forte ed &egrave; impressionante"

MotoGP Austin, Morbidelli: "Lavoriamo per arrivare a Marc Marquez"

        Parla italiano la classifica della Moto3 al termine del venerd&igrave;. &Egrave; Matteo Bertelle, infatti, ad aver ottenuto il miglior crono in 2&rsquo;23.704 sotto la pioggia americana. &Egrave; stata una prima giornata completamente condizionata dal meteo, dove l&rsquo;asfalto &egrave; sempre stato bagnato e diverse sono state anche le scivolate innocue proprio per questa ragione. Il veneto, per&ograve;, ha saputo fare la differenza e ha chiuso davanti a tutti con mezzo secondo di vantaggio sul secondo: l&rsquo;incredibile Maximo Quiles.  Quiles, che sorpresa!  Lo spagnolo del team Aspar &egrave; freschissimo al debutto sul palcoscenico iridato. La sua stagione comincia proprio da qui, dato che ha compiuto l&rsquo;et&agrave; necessaria per arrivare al Mondiale lo scorso 19 marzo. In questa prima (ed emozionante per lui) giornata, sotto la pioggia ha subito saputo trovare quel plus che gli ha permesso di chiudere in seconda posizione. Un inizio decisamente interessante e promettente. &nbsp;  I nomi dei quattro italiani che sono&nbsp; in Q1  In questo turno sono stati decisi i nomi dei piloti che domani entreranno direttamente in Q2 e oltre a Bertelle ci sono altri due italiani. Ovvero Riccardo Rossi, nono, e Luca Lunetta, 13esimo. Dovranno affrontare la Q1, invece, gli altri quattro nostri connazionali: Nicola Carraro, Stefano Nepa, Dennis Foggia e il rookie Guido Pini che &egrave; anche incappato in una scivolata durante il turno. Nessuna conseguenza per lui che domani lotter&agrave; per stare nei primi 4 nel primo turno di qualifica. Ecco la classifica   GP Americhe MotoGP 2025: orari e programmazione Sky e TV8 - live       

L&rsquo;italiano ha fatto suo il venerd&igrave; disputato sul bagnato, davanti a un incredibile Quiles che alla sua prima prova iridata si &egrave; subito fatto spazio davanti

Moto3, risultati practice Austin 2025: Bertelle al top, Quiles incanta

        Qui in Texas la pioggia &egrave; arrivata ben prima che i motori della classe cadetta si accendessero e Angel Piqueras ha completato la sessione iniziale davanti a tutti facendo una bella differenza. Lo spagnolo del team MT Helmets ha fermato il cronometro sul 2&rsquo;23.298 scacciando dalla prima posizione Jos&eacute; Antonio Rueda, che paga otto decimi di ritardo. Terzo crono per Matteo Bertelle, che ha mantenuto a lungo la prima posizione ed &egrave; poi incappato in una scivolata innocua. L&rsquo;italiano &egrave; subito davanti. Sport in TV oggi 28 marzo: orari e programma completo con MotoGP, SBK e non solo  Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Pini tra i migliori sul bagnato  Sul bagnato si &egrave; messo in mostra il debuttante italiano Guido Pini, quinto, a oltre un secondo di ritardo dalla vetta. Il talento toscano &egrave; preceduto da un buon David Almansa, con i colori del team Leopard, ed &egrave; seguito dal compagno di squadra David Munoz, nel team Intact GP. Undicesimo corno per Luca Lunetta, mentre &egrave; stato un inizio pi&ugrave; in salita per il compagno di box nella SIC58 Squadra Corse Stefano Nepa, che troviamo per il momento 21esimo.  Foggia con qualche complicazione, Quiles inizia molto bene  In questa prima sessione condizionata dal meteo il brillante debuttante gi&agrave; andato a podio in Thailandia, Alvaro Carpe, ha chiuso al 14esimo posto, seguito per due posizioni da Riccardo Rossi. Indietro Dennis Foggia, solo 22esimo, che ha faticato con la moto del team Aspar. Al debutto assoluto, invece, il compagno di squadra Maximo Quiles che alle sue prime uscite ha firmato un ottimo 12esimo posto.&nbsp; Lo spagnolo comincia la sua stagione 2025 dal Texas, dopo aver compiuto il 19 marzo l'et&agrave; minima per competere, i 17 anni.&nbsp; Ecco la classifica   GP Americhe MotoGP 2025: orari e programmazione Sky e TV8 - live       

Sul COTA completamente bagnato si &egrave; svolto il primo turno con lo spagnolo ad aver conquistato la prima posizione. Poi Rueda e Bertelle, a otto decimi

Moto3, risultati delle FP al GP Austin 2025: Piqueras il migliore sotto la pioggia

La cronaca testuale della prima giornata in circuito per il paddock del motomondiale

MotoGP DIRETTA, FP del GP Austin 2025: segui tutti gli aggiornamenti

In occasione della tappa ad Austin il team di Valentino Rossi ha deciso di abbandonare per questo weekend i colori giallo fluo

MotoGP, cambio di look per la VR46 in onore della NFL

        Il Team Manager di Aprilia Trackhouse Davide Brivio ha approfondito diversi temi legati all'attuale stagione ma anche ad alcune dinamiche professionali del suo recente in passato, come l'avventura maturata in Formula1. Domandato circa l'ottimo esordio del suo rookie Ai Ogura, Brivio ha voluto precisare: "Meglio mantenere i piedi per terra, le ultime due gare sono state spettacolari, soprattutto quella in Thailandia, che ha sorpreso tutti ma il nostro obiettivo con lui &egrave; un altro. Essendo un rookie, il suo percorso deve concentrarsi sull&rsquo;apprendimento, sull&rsquo;adattarsi alla MotoGP senza farsi trascinare dall&rsquo;entusiasmo del momento. Prestazioni cos&igrave; dimostrano il talento che ha, ma la priorit&agrave; resta la crescita costante, gara dopo gara, senza pressioni inutili o aspettative esagerate. Brivio ha poi continuato: "Quando si punta su un esordiente, le statistiche che ha maturato in carriera certamente aiutano ma alla fine c&rsquo;&egrave; sempre una componente di intuizione. La scelta di Ogura, come quelle fatte in passato con Vi&ntilde;ales, Rins o Mir, nasce dalla fiducia nel potenziale e nella capacit&agrave; di lavorare con il team. Credere nei giovani &egrave; sempre stata la mia filosofia, anche se ogni situazione va valutata a s&eacute;".  Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Davide: "Nel motorsport ogni settimana hai una sentenza" Il manager italiano ha motivato la scelta di affiancare un rookie come Ai Ogura ad un pilota giovane come Raul Fernandez: "Nel motorsport spesso succedono delle cose impreviste: Rossi che lascia la Honda e viene convinto a firmare per noi in Yamaha all'epoca oppure proprio di recente l'addio di Marc Marquez, sempre dalla Honda, e quindi Gresini che sfrutta questa possibilit&agrave; e prende un top rider da team indipendente. Oppure Lewis Hamilton che sogna di andare in Ferrari, quindi la Ferrari lo prende. Quindi non esiste una regola secondo me, bisogna essere magari bravi a sfruttare le occasioni del momento. La scelta del debuttante &egrave; stata fantastica adesso, non &egrave; detto che lo sar&agrave; anche la prossima volta, dove magari opteremo per un pilota con pi&ugrave; esperienza". Nell'intervista rilasciata a FanPage.it, Brivio ha spiegato in cosa si ritiene particolarmente bravo all'interno del lavoro al box: "Credo che l'aspetto pi&ugrave; complesso e interessante sia gestire un gruppo di persone con culture e caratteri diversi. In un team MotoGP abbiamo inglesi, spagnoli, italiani, un meccanico malesiano, un pilota giapponese. Il mio compito &egrave; farli lavorare bene insieme, risolvere problemi e conflitti. Nel motorsport ogni settimana hai una sentenza: vinci o perdi, e questo rende tutto pi&ugrave; sfidante". Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Il gap rispetto alla F1: "La MotoGP deve imparare a comunicare con il pubblico giovane"          Nel 2021, dopo tutta una carriera professionale dedicata alle moto, Brivio ha accettato la sfida Formula 1, divenendo Racing Director del team Alpine con i piloti Fernando Alonso ed Esteban Ocon. Avventura formativa ma interrottasi in maniera troppo precoce relativamente agli obiettivi iniziali: "Sono felice di aver vissuto quell&rsquo;esperienza, anche se l&rsquo;esito non &egrave; stato quello che immaginavo. Il mio obiettivo era comprendere da dentro il funzionamento di un team di Formula 1, una struttura con 700 persone impegnate attorno a due vetture. Ora ho una visione pi&ugrave; chiara di quel mondo e ho potuto trasferire alcune lezioni alla MotoGP. Diciamo che in Formula 1 il mio impatto &egrave; stato pi&ugrave; limitato rispetto a quanto avviene in MotoGP, un contesto che si adatta meglio al mio modo di operare".          Il lascito che l'esperienza F1 ha prodotto in Brivio gli consente di avere una panoramica ancora pi&ugrave; chiara su quanto manchi alla MotoGP per ricucire il gap mediatico con le quattro ruote: "La Formula 1 ha compiuto un lavoro straordinario, soprattutto grazie alla guida di Stefano Domenicali, trasformando le corse in un vero spettacolo. Oggi molti eventi sportivi non si limitano pi&ugrave; alla competizione, ma offrono un'esperienza coinvolgente per il pubblico. La MotoGP deve seguire questa strada, rendendo il paddock pi&ugrave; accessibile e creando eventi capaci di attirare un pubblico pi&ugrave; ampio, senza per&ograve; perdere la sua essenza competitiva. &Egrave; uno sport incredibile, ma ha bisogno di comunicare in modo pi&ugrave; efficace con le nuove generazioni".  GP Americhe MotoGP 2025: orari e programmazione Sky e TV8 - Live       

Il manager del team Aprilia Trackhouse ha spiegato le difficolt&agrave; e le defferenze tra la MotoGP e la Formula1

Davide Brivio rivela: "In F1 non ho avuto la stessa influenza che ho in MotoGP"

        Nuova gara nel continente americano e seconda puntata della rubrica &ldquo;Paese che vai, pilota che trovi&rdquo;. Per la #RoadToAustin oggi vediamo tutti i piloti americani del Motomondiale, da quelli pi&ugrave; vincenti ai one season wonder. A differenza dell&rsquo;Argentina che ha prodotto solamente Porto, Rodrigo e Valentin Perrone, la scuola nordamericana del motomondiale ha prodotto un numero enorme di piloti, titolati o meno, che hanno dato spettacolo sui tracciati di tutto il mondo.&nbsp;  Kenny Roberts capostipite e primo titolato, Freddie Spencer l&rsquo;eroe delle due classi  Se qualche traccia di pilota americano si &egrave; intravista sul finire degli anni 60, &egrave; dagli anni 70 che dal Nord America arrivano in massa piloti dalle grandi doti di guida, provenienti dal campionato nazionale AMA. Il capostipite della colonia americana del Motomondiale &egrave;, senza dubbio, il grande Kenny Roberts. Kenny debutta in 250 nel 1974 con la Yamaha e non lascer&agrave; mai pi&ugrave; le moto di Iwata, diventandone team manager poi tra gli anni 80 e 90.&nbsp; Kenny arriva 4&deg; in 250 nel 1978 con due vittorie e due secondi posti, ma &egrave; in 500 che ottiene le fortune maggiori con ben tre titoli consecutivi tra il 1978 ed il 1980. Nel 1981 chiude terzo e nel 1983 chiude secondo per due punti alle spalle di Freddie Spencer. Un altro grande degli anni 80 e tre volte iridato proprio come il &ldquo;marziano&rdquo; Kenny Roberts &egrave; nientemeno che &ldquo;Fast&rdquo; Freddie Spencer, fino all&rsquo;anno scorso capo dello Steward Panel della FIM. Freddie debutta nel 1980 in 500 con la Yamaha ma sar&agrave; con la Honda che far&agrave; i risultati migliori. Nel 1983 batte di appena due punti Kenny Roberts, mentre nel 1985 fa la storia vincendo nello stesso anno 250 e 500. Dall&rsquo;86 la sua carriera &egrave; in discesa: solo 4 punti tra l&rsquo;86 e l&rsquo;88 prima di appendere il casco al chiodo. Nell&rsquo;89 &egrave; Giacomo Agostini a convincerlo a rientrare in scena: 33, 5 punti con un quinto posto in spagna come miglior risultato in gara. Centra 2 punti nel 93 con la ROC Yamaha.  Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Pat Hennen primo americano vincitore in 500, Randy Mamola re senza corona  Se Kenny Roberts &egrave; stato il primo americano iridato, Pat Hennen, che &egrave; scomparso lo scorso anno a 71 anni, &egrave; stato quello che ha centrato il primo successo in Top Class. Il nativo dell&rsquo;Arizona ha debuttato nel 1976 con Suzuki andando a bersaglio in Finlandia nello stesso anno. Hennen ha poi messo a referto altre due vittorie: una nel 1977 in Inghilterra e una nel 1978 in Spagna, stagione poi abortita dopo il secondo posto al Mugello per via di un incidente al Senior TT.&nbsp; Se Stirling Moss &egrave; stato il re senza corona per eccellenza in Formula 1, lo stesso ruolo lo ha ricoperto nel Motomondiale un certo Randy Mamola. Californiano di San Jose, Randy ha debuttato nel 1979 disputando tutte e tre le classi: 250, 350 e 500 in sella a Yamaha e Suzuki con tre podi in 250 e due in 500. Dal 1980 al 1982 vince 5 gare e sale altre 9 volte sul podio chiudendo due volte secondo il Mondiale: nel 1980 alle spalle di Kenny Roberts e nel 1981 alle spalle di Lucchinelli, mentre nel 1983 &egrave; terzo. Centra ancora il titolo platonico di vicecampione nel 1984 con la Honda alle spalle di Eddie Lawson e in Yamaha nel 1987 alle spalle di Wayne Gardner. Randy Mamola &egrave; stato uno dei primi funamboli del motomondiale, prima dell&rsquo;arrivo di Kevin Schwantz.  Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; La dinastia dei fenomeni: Lawson, Schwantz, Rainey, Kocinski  Abbiamo nominato poco fa Eddie Lawson parlando di Randy Mamola, ed ecco che apriamo questo capitolo ripercorrendo la sua storia. Californiano di Upland, Eddie debutta in 500 nel 1983 con la Yamaha dopo tre apparizioni in 250 con la Kawasaki nel 1981. Nel 1984 centra subito il bersaglio grosso vincendo il Mondiale davanti a Randy Mamola, mentre nel 1985 chiude secondo alle spalle di Freddie Spencer. Con Yamaha vince anche i titoli del 1986 e 1988 prima di accasarsi in Honda e portarsi a casa il suo quarto titolo iridato nel 1989. A conti fatti, Lawson &egrave; il pilota americano pi&ugrave; titolato.&nbsp; Se parliamo di funamboli non si pu&ograve; non citare il mitico #34 Kevin Schwantz. Texano di Houston, Kevin debutta direttamente in 500 con la Suzuki nel 1986. Nel biennio 86-87 raccoglie appena 13 punti, mentre dal 1988 si scatena. Nel 1988 vince in Giappone e Germania chiudendo ottavo, nel 1989 le vittorie diventano 6 per chiudere al quarto posto. Sfiora l&rsquo;iride nel 1990 trovando sulla sua strada un grande Wayne Rainey. Il binomio Schwantz-Rainey nei primi anni 90 d&agrave; vita a grandissimi duelli per vittorie e titoli iridati. L&rsquo;alloro per Kevin arriva nel 1993 ma in circostanze piuttosto &ldquo;fortunose&rdquo; per via dell&rsquo;incidente che interrompe la carriera di Rainey a Misano. Nel 1994 non riesce a difendere il suo numero 1 che finisce sul cupolino dell&rsquo;australiano Doohan. Schwantz chiude la sua carriera a met&agrave; del 1995 dopo un infortunio pesante al polso. Tra i fenomeni di fine anni 80 e inizio anni 90 &egrave; impossibile non citare il grande Wayne Rainey. Californiano di Los Angeles, Wayne debutta nel Mondiale in 250 nel 1984 con la Yamaha. Passa in 500 nel 1988 e subito chiude il campionato al terzo posto, arrivando poi secondo alle spalle di Lawson nel 1989. Dal 1990 fino a Misano 1993 la 500 &egrave; praticamente sua: tre titoli iridati consecutivi tra il 1990 ed il 1992. Mentre &egrave; avviato verso il quarto alloro consecutivo, il 5 settembre 1993 si interrompe bruscamente la sua carriera per via di un incidente a primo impatto banale ma che si rivela devastante per la sua colonna vertebrale che sbatte sul cordolo del Curvone spezzandosi e rendendo Rainey paraplegico.&nbsp; Tra la fine degli anni 80 e l&rsquo;inizio degli anni 90 il Motomondiale ha conosciuto anche John Kocinski. Nativo di Little Rock in Arkansas, John ha debuttato in 250 nel 1988 con la Yamaha. Nel 1989 vince due gare ma chiude solamente quattordicesimo. Il 1990 &egrave; l&rsquo;anno del suo primo ed unico alloro nel Motomondiale con 7 vittorie e 12 podi complessivi. Nel 93 inizia la stagione in Suzuki per trasferirsi in Cagiva. Corre in 500 dal 1991 al 1999 con Yamaha, Cagiva ed Honda centrando due terzi posti a fine stagione nel 1992 e 1994.  Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Tale padre, tale figlio: Kenny Roberts Jr come pap&agrave; Kenny. Hayden ultimo iridato  Se in Formula 1 solamente Damon Hill e Nico Rosberg hanno bissato il titolo del proprio padre, nel Motomondiale l&rsquo;unico binomio titolato padre-figlio &egrave; quello dei Roberts, con Kenny Jr iridato nel 2000. Californiano di Mountain View, Kenny Jr debutta in 250 nel 1993 con la Yamaha. Ottiene risultati di rilievo nella quarto di litro solamente nel 1995 con un ottavo posto finale in campionato. Nel 1996 passa in 500 con la Yamaha, nel biennio 97-98 corre con la Modenas KR3 del padre Kenny Senior. Passa in Suzuki nel 1999, vince 4 gare e chiude al secondo posto alle spalle di Alex Crivill&eacute;. Con altre 4 vittorie vince il titolo del 2000 davanti a Valentino Rossi. Dal 2001 al 2005 centra altri tre podi con la Suzuki tra 500 e MotoGP, nel 2006 guida la KR211V nel team del padre centrando gli ultimi due podi della carriera. L&rsquo;ultimo iridato della dinastia americana &egrave; l&rsquo;indimenticato Nicky Hayden. Nativo di Owensboro, Kentucky Kid ha debuttato in MotoGP nel 2003 nel team ufficiale Honda Repsol al fianco di Valentino Rossi, instaurando con lui subito un grande rapporto di amicizia. Dal 2003 al 2008 Nicky corre con la Honda ufficiale vincendo in totale tre gare, una nel 2005 a Laguna Seca e due nel 2006, Assen e ancora Laguna Seca. Il punto pi&ugrave; alto in MotoGP &egrave; ovviamente il titolo iridato del 2006 davanti a Valentino Rossi per soli 5 punti. Nel 2009 passa in Ducati, tre soli podi fino al 2013 prima del ritorno in Honda nel biennio 2014-2015. Menzioni onorevoli  Tra i piloti americani passati dal Motomondiale bisogna ricordare, in rigoroso ordine alfabetico: Mike Baldwin, 6 podi nel Motomondiale tra il 1979 e il 1988, Cameron Beaubier, nel 2009 in 125 e in Moto2 nel biennio 2021-2022 senza risultati di rilievo, Doug Chandler, 6 podi in 500 tra il 1991 ed il 1994, Colin Edwards, 12 podi in MotoGP tra il 2004 e il 2011, John Hopkins, 4 podi in MotoGP con la Suzuki nel 2007, Ben Spies, 1 vittoria e 6 podi in MotoGP dal 2010 al 2012.       

Kenny Roberts Senior, Freddie Spencer, Eddie Lawson, Kevin Schwantz, Wayne Rainey, John Kocinski, Kenny Roberts Jr e Nicky Hayden tra gli iridati della scuola americana

Dagli USA con furore: tutti gli americani del Motomondiale

        Se &egrave; pi&ugrave; facile vedere piloti di moto cimentarsi con le auto, sono molto rari i casi nei quali accade il contrario, ovvero piloti di auto salire in moto e scendere in pista. Abbiamo visto Michael Schumacher dopo il primo ritiro darsi ai campionati in moto, Lewis Hamilton fare lo swap con Valentino Rossi a Valencia per motivi di sponsor in comune, con lo stesso #44 che ha preso poi lezioni di guida dal connazionale Alex Lowes.&nbsp; Qualche giorno fa &egrave; toccato ad un altro super campione delle quattro ruote, e dello sterrato per la precisione, cimentarsi in sella ad una moto sul tracciato francese del Paul Ricard. Parliamo del 9 volte iridato nei rally Sebastien Loeb, che ha percorso qualche giro sulla R1 GYTR pronto pista &ldquo;scortato&rdquo; da una R1 versione stradale guidata da un giornalista di Automoto.&nbsp;  Loeb: &ldquo;Ho quasi perso l&rsquo;anteriore.&rdquo;  A fine turno, il 9 volte iridato rally ha dato le sue impressioni: &ldquo;E&rsquo; pi&ugrave; difficile dell&rsquo;auto. La grande differenza &egrave; che con l&rsquo;auto senti che stai slittando e stai passando il limite che conosci. In un punto sono andato un po&rsquo; troppo veloce e ho quasi perso l&rsquo;anteriore.&rdquo; Il tutto &egrave; documentato sul canale YouTube della rivista francese Automoto        

Il 9 volte campione del mondo rally qualche giorno fa ha provato al Paul Ricard la supersportiva di Iwata pronto pista

Sebastien Loeb esperienza tremenda su una Yamaha R1 GYTR: "E’ più difficile dell’auto"

        Partiamo con la MotoGP delle Americhe fornendo dati certi: Marc Marquez ci ha gi&agrave; vinto 7 volte negli Stati Uniti. Il ragionamento comune suggerisce di pensare ad Austin quale seconda casa del numero 93. Continuiamo previa ipotesi: se Pecco Bagnaia si impone in almeno una corsa tra Sprint e Gran Premio, magari, inverte (un po') il trend di una stagione 2025 cominciata all'insegna del catalano. Gli USA attendono la sfida tra i due Rossi, e non solo. MotoGP delle Americhe: guardalo anche tu in TV! Marquez Vs Bagnaia: 4 a 0, per&ograve;... Due appuntamenti completati, due doppiette firmate. Considerando anche la doppia Pole Position centrata, meglio Marquez cosa poteva fare tra Thailandia e Argentina? Il neo acquisto Lenovo Ducati ha messo in piedi un cappotto comodo per lui, fastidioso per altri. A partire da Pecco, battuto per quattro volte in gara. Il confronto &egrave; sempre rivolto al compagno di squadra perci&ograve;, volente o nolente, siamo costretti a dirla cos&igrave;. Bagnaia autore di due terzi posti d'annata, tuttavia, ha nel Texas una importante possibilit&agrave;: nonostante ricordi "solo" un successo in Moto2 nel 2018 e la Sprint del 2023, immaginate qualora riuscisse a fare una cosa... ...imporsi sabato e, perch&eacute; no, anche domenica. Sarebbe una risposta diretta nei confronti dell'attuale leader del mondiale, per la serie: "Questa sar&agrave; pur casa tua, ma ti&eacute;. ti ho battuto sul terreno amico, facendoti vedere che ci sono e ti diro di pi&ugrave;, ancora ci sar&ograve;". Secondo voi tutto ci&ograve; all'otto volte iridato rimarrebbe indiferrente?  Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Alex Marquez secondo incomodo, occhio alla Honda Secondo incomodo, perch&egrave; secondo in campionato. Alex Marquez nutre da un tot la voglia matta di mettersi alle spalle il fratello, cosa gi&agrave; fatta, ma per posizioni "serie". Ovvero? Possibilmente: numero 73 in trionfo, numero 93 in coda. Marc Marquez se ne &egrave; accorto a Buriram e Termas, per&ograve; superandolo. Honda forte grazie a Johann Zarco, ricordando il bis segnato da Alex Rins in Texas assieme al team LCR. La formazione satellite Honda arriva portandosi ottimi auspici, la Factory HRC buoni. Joan Mir cresce, Luca Marini mantiene un passo lo interessante. Lo staff KTM pretender&agrave; da Pedro Acosta di reagire, poich&egrave; oggi lontano dalla prime posizioni. Facile chiederlo, difficile farlo a bordo della RC16. Staff Yamaha per ora insoddisfatto: la M1 va avanti, non abbastanza. C'&egrave; una speranza da trasformare in realt&agrave;: la gomma anteriore Michelin si adatta benone alla quattro cilindri di Iwata nelle Americhe. Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Italiani in USA: riscatto per Bezzecchi Detto di Pecco Bagnaia e Luca Marini, attenzione al resto della pattuglia italiana. Franco Morbidelli pu&ograve; vincere, e mica lo affermiamo solo dopo il bel terzo posto ottenuto in Argentina. Il portacolori Pertamina Enduro VR46, al pari di Fabio Di Giannantonio, sono attesi in alta classifica. Marco Bezzecchi, ecco chi avr&agrave; i riflettori particolarmente puntati. Assente per infortunio Jorge Martin, il romagnolo ne ha preso le veci di "Capitano" Aprilia, facendo bene in Thailandia, meno bene in Argentina. L'incidente domenicale avvenuto in partenza, &egrave; da riscattare con un podio. La RS-GP e Maverick Vinales hanno fatto doppietta nel 2024. Enea Bastianini, come andiamo?! Questa la domanda che faremo all'attaccante del team Tech3, per ora tutto fuorch&eacute; all'attacco. Oppure: il romagnolo prova a farlo, ma la KTM sta giocando in difesa. Sulla instabile RC16 &egrave; difficile su fondi lisci come biliardo, figuriamoci negli avvallementi del COTA...       

Marc ha vinto (gi&agrave;) 7 volte al COTA: se Pecco batte il compagno di box, pu&ograve; invertire il trend stagionale almeno un po'

GP Austin "casa" di Marquez?! Occasione giusta per Bagnaia

        La stagione 2025 di Jorge Martin non &egrave; ancora cominciata e nell&rsquo;attesa di ritrovare il miglior stato fisico possibile lo spagnolo &egrave; stato il primo ospite del podcast di Aleix Espargar&ograve;. Il pilota ufficiale Aprilia &egrave; tornato indietro nel tempo e ha rivissuto il momento in cui, quando era piccolo, ha incontrato per la prima volta il suo idolo, Valentino Rossi. &ldquo;La prima volta che ho visto Valentino Rossi &egrave; stato a Valencia, nel 2006&rdquo; ha raccontato. &ldquo;Ho fatto la foto con lui, poi Valentino mi ha accarezzato la testa e io sono stato una settimana senza volermi lavare la testa perch&eacute; lui era il mio idolo. Avevo 8 anni e poi sono arrivato a correre con lui in pista in MotoGP, nel 2021, &egrave; stato molto speciale per me. A Valencia, quando ha finito l&rsquo;ultima gara della sua vita, sono stato tra i primi a stringergli la mano da pilota ritirato&rdquo;. &nbsp;  Martin spiega gli insegnamenti da apprendere&nbsp;  Campione del mondo di Moto3 nel 2018 e di MotoGP nel 2024, Martin ha ammesso: &ldquo;Non mi pento di nulla perch&eacute; tutto mi ha portato a dove sono oggi. Se ripenso per esempio a quella caduta in Germania, quando mi sono rotto per la prima volta la caviglia, &egrave; chiaro che mi piacerebbe non averla avuta, ma ha portato con s&eacute; anche delle lezioni che ho imparato e che mi hanno portato a essere campione del mondo. L&rsquo;importante &egrave; trarre insegnamento da ogni caduta o momento difficile&rdquo;. &nbsp;  Le difficolt&agrave; vissute da Martin all'inizio della sua carriera  Per diventare piloti ci sono anche tante cose che bisogna sacrificare e il portacolori Aprilia ha dichiarato: &ldquo;Una tappa che mi sarebbe piaciuto vivere &egrave; quella dell&rsquo;universit&agrave;. Mi sarebbe piaciuto studiare fisioterapia o comunque qualcosa relazionato al corpo. Vedevo i miei amici andarci, quando io sono arrivato ad Andorra da solo, senza famiglia e ho vissuto 2 o 3 anni di forte solitudine. Poi se devo fare un bilancio oggi, posso dire che mi &egrave; andata molto meglio&rdquo;. Tra l&rsquo;altro ha raccontato un episodio di quel periodo non certo facile: &ldquo;Arrivavo da non avere nulla. Mi ricordo che la prima volta che sono venuto ad Andorra mi scaricavo Netflix a casa del mio manager (Albert Valera) perch&eacute; io non avevo il wifi. Stiamo parlando di sette anni fa. Da quel momento a oggi ho una casa, le macchine, il mio garage. L&rsquo;altro giorno quando stavo facendo la sauna in casa, mi sono fermato a pensarlo e a realizzarlo&rdquo;. GP Americhe: Oliveira &egrave; infortunato, al suo posto Augusto Fernandez &nbsp;  "L'aspetto mentale fa la differenza"  L&rsquo;aspetto mentale &egrave; tanto importante quanto quello fisico per diventare Campione: &ldquo;A livello fisico siamo tutti praticamente allo stesso livello, la parte mentale fa la differenza. La pressione la gestisco molto meglio oggi che prima. Prima la rifiutavo, diventavo molto nervoso. Il mio cambio radicale c&rsquo;&egrave; stato tra il 2023 e il 2024 quando ho cominciato a lavorarci. Prima mi arrabbiavo tantissimo, con me stesso e anche con il team perch&eacute; le cose non arrivavano come volevo. Questo per&ograve; implicava che poi neanche loro lavorassero bene&rdquo;. Da quando per&ograve; ha cominciato a lavorarci le cose sono cambiate: &ldquo;Questo mi ha aiutato anche a vincere il titolo MotoGP. Ho capito che la pressione c&rsquo;&egrave;, esiste sempre, non c&rsquo;&egrave; modo per non sentirla&rdquo;. MotoGP, Dall'Igna: "Marc un fuoriclasse, regala tranquillit&agrave; alla squadra"       

Il primo ospite del podcast di Aleix Espargar&ograve; &egrave; stato il suo grande amico e il Campione del mondo in carica, che in attesa di tornare in pista si &egrave; raccontato

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